Aosta
Sabato 2 dicembre 2023
Aosta
Prima di ottenere una fotografia appena appena decente, da inviare insieme ai saluti da Aosta ad alcuni amici, ho dovuto provare molte volte. Il soggetto difficile era costituito dalla statua ad Augusto collocata, un paio d'anni fa, in prossimità dell'arco intitolato al medesimo imperatore. Salvo che l'arco è l'originale antico, mentre questa è un lavoro dello scultore Gabriele Garbolino che si è ispirato, strettamente, ad un marmo conservato nei Musei Vaticani.
Augusto è colto mentre alza il braccio nel gesto dell'adlocuzio, lo stesso col quale i comandanti militari e quindi gli stessi imperatori, richiamavano l'attenzione dei soldati, dei senatori e dei cittadini quando si accingevano a pronunciare un discorso ufficiale.
Il monumento segna un confine tra l'affollatissima via Sant'Anselmo, dove in tanti fanno la fila per accedere ai servizi o anche per un caffè, e le pressoché deserte strade che si diramano dalla piazza dell'arco. Solo nella via Garibaldi vi sono radi gruppi di poche persone dirette verso il parcheggio dei pullman in via Mazzini. Del resto, adesso che passate le 16, per i turisti venuti da fuori è ora di rientrare.
La mattina, già dalle 10,15 ora del nostro arrivo, avevamo fatto lo stesso percorso in senso opposto.
Troviamo solamente pochi residui di neve presso il parcheggio: le vie del centro, invece, sono del tutto pulite. Il cielo, in parte nuvolo la mattina, diverrà perfettamente sereno più tardi.
Sono munito di una pianta della città che mi sarà utilissima nel corso della giornata e che mi fa da riferimento anche adesso per compilare questa relazione.
Il centro storico di Aosta è piccolino, i luoghi di riferimento sono numerosi e vicini tra loro. L'unico impegno comune per i partecipanti alla gita di oggi è il luogo e l'ora di partenza che sarà da via Mazzini alle 16,30. Quindi ciascuno visiterà la città come vorrà, con chi vorrà. Date queste premesse sarà tutto un lasciarsi per ritrovarsi subito dopo.
In via Sant'Orso, una laterale di via Sant'Anselmo, vi sono sia l'omonima Collegiata, chiesa antica e importante, sia la basilica paleocristiana di San Lorenzo. Per accedere a quest'ultima si richiede il possesso di un biglietto che però non è in vendita sul posto. Allora passiamo oltre non prima di esserci soffermati ad ammirare un albero di tiglio grande e vecchio che è lì, tra i due monumenti. Solcato da una vasta crepa, sorretto da tiranti di ferro, è affiancato da un cartello dove è scritto che sarebbe stato piantato tra il 1530 e il 1550.
Attraversata la Porta Pretoria, percorsa la via dallo stesso nome, si accede alla vasta piazza Chanoux.
La Cattedrale non è molto distante. L'elaborato, coloratissimo portale d'ingresso contrasta con l'interno che è relativamente spoglio. Tuttavia non mancano i punti di interesse quali i mosaici sul pavimento del presbiterio e i capitelli delle colonne che reggono la cripta. Sono previste delle visite guidate agli affreschi da poco scoperti nei locali del sottotetto. Ma saranno effettuate nel pomeriggio: troppo tardi per noi.
Al prezzo di 5 euro, acquistiamo il biglietto che consente di accedere al Criptoportico, che è subito lì, presso la Cattedrale. Ma anche al Museo Archeologico Regionale - il MAR - che raggiungeremo presto e alla basilica paleocristiana di San Lorenzo dove torneremo.
Pur sapendo di che si trattasse, avendolo visitato un paio di anni fa, il Criptoportico mi ha stupito anche questa volta. E' un ambiente amplissimo, ora del tutto vuoto, costruito con archi e volte in mattoni, pietre e calcestruzzo. Fece da basamento per i monumenti civili e religiosi della città romana.
Sono le 12,20 quando entro nel Museo Archeologico di piazza Roncas. Vi ho dedicato una mezz'ora ma meriterebbe un po' di più. E' relativamente piccolo ma ben congegnato. Adeguatamente illuminati e distanziati gli oggetti esposti, chiare le descrizioni. Il tema svolto attiene alle origini della città fin dai tempi che precedettero i Celti. Dell'insediamento romano sono esposte tombe, lapidi, iscrizioni, idoli, abitazioni, oggetti d'uso quotidiano. Molte le monete antiche e rare. Un plastico dettagliato mostra come l'accampamento dell'esercito che sconfisse i Salassi, si trasformò in una città stabile.
Nei sotterranei è predisposto un percorso, assai suggestivo, tra i resti dei muri che per primi costituirono l' edificio stesso che, ora, ospita il museo.
Verso le 13,15 con altri, per pranzo, trovo posto presso B63, un birrificio artigianale, sito in piazza Caveri. Prendo il 'rosti' di patate e pancetta che è abbastanza gradevole ma non tanto quanto quello che assaggiai a Saint Moritz qualche mese fa. Molto buona, invece, la birra di produzione locale. In tutto spendo 22 euro.
Nel celebrato ristorante Borgo Antico di via Sant'Anselmo, specialista nel cucinare i funghi, non v'era stato modo, tanto era affollato, nemmeno di superare la soglia d'ingresso.
So che il Teatro romano è chiuso per lavori. Ma, adesso che sono da solo, vado lo stesso in via Charrey dove è l'ingresso. Constato che non si riesce a vedere nulla: vi sono transenne, impalcature, macchinari all'opera.
Alle 14,45 torno a Sant'Orso. C'è un funerale. Fuori tre addetti aspettano accanto al carro funebre. Dentro solo dodici persone. Mi siedo discosto ad ascoltare il celebrante che dice della caducità della vita, dell'inevitabilità della fine. Della resurrezione, come la intendono i cristiani, si dirà, conclusa l'omelia, solamente nel seguito della messa. Di questa persona ho saputo soltanto che si chiamava Marianna.
Scendo, brevemente, nella cripta piccola e scura perché vi si accede senza disturbare il rito. Considero non essere questo il momento giusto per visitare compiutamente il complesso di Sant'Orso, Collegiata e Chiostro.
Alle 15 mi presento all'ingresso della chiesa paleocristiana di san Lorenzo, stavolta munito di biglietto. Si tratta di un sito archeologico importante sicché l'intero scavo è ricoperto da una struttura in cemento che, nelle sue forme, ricalca quelle di ciò che deve proteggere. Passerelle metalliche consentono di accostarsi, di volta in volta, alle fondamenta della cappella più antica, alle modifiche apportatevi negli anni e alle molte tombe ritrovate di personaggi illustri o sconosciuti. Descrizioni dettagliate sono riportate, in tre lingue, sui frequenti pannelli. Vi è anche un filmato, che descrive il sito, col commento in lingua inglese. Ci sono parecchi visitatori.
Esco verso le 15,30: la mia esplorazione della città è terminata, mi dirigo verso la piazza dell'Arco di Augusto già con l'intento di fotografare la sua statua.
Ho portato con me alcuni pieghevoli e schede riguardanti Aosta così come il volume dedicato dal Touring Club - in parte - alla medesima città. Non ho utilizzato né questo né quelle preferendo quell'approccio che privilegia il colpo d'occhio generale piuttosto che l'osservazione accurata dei dettagli. Per una visita con questa seconda impostazione, sono sicuro, ci sarà un'altra occasione.
Tuttavia, nei giorni precedenti la gita, avevo letto attentamente quei testi: non sono partito del tutto disarmato e ho avuto le mie piccole soddisfazioni da visitatore.
Ai mercatini natalizi, tra gli scopi e meta dichiarata del viaggio odierno, per la verità non ho fatto quasi caso. Li ho veduti distribuiti tra le piazze Roncas, Giovanni e Craveri senza che le riempissero completamente. Ma, mi dicono, gli oggetti posti un vendita erano di buona qualità, le bancarelle avevano, ciascuna, proposte ben differenziate e originali. Chi è venuto ad Aosta, anche solo per questo, è stato contento.
A merito dell'autista, oltre ad una condotta di guida assolutamente lineare e senza scosse, va posto avere evitato di tediare i viaggiatori con rumori estranei. Non ha tolto spazio e possibilità né al sonno né alla conversazione.
Partiamo da Aosta alle 16,20 senza ricordarci, come ci eravamo ripromessi, di fare una fotografia a tutta la comitiva.
E' il momento in cui si sta facendo sera, la valle è in ombra ma le montagne d'intorno brillano di luce. Poi, quando è già quasi del tutto buio, la giravolta dell'automezzo sulla rampa che immette nell'autostrada, ci mette davanti, progressivamente, all'intero orizzonte dove lo splendere giallo, bianco e arancione della linea, determinata dall'ultimo bagliore del sole, congiunge il cielo con la terra.
Alle 17,40 ci fermiamo presso l'area di Villarboit. Dato che vi sono pochissime persone ce la sbrighiamo in 15 minuti.
In maniera diversa era andata la mattina, quando, presso l'area di servizio di Settimo Rottaro, vicino al lago di Viverone, abbiamo dovuto dividere i servizi disponibili con moltissimi altri viaggiatori in sosta.
E' stato proprio qui che prima di riprendere il nostro viaggio, Giovanna e Anna Maria hanno distribuito fette della loro torta, in confezione individuale sigillata, disponibile in due versioni. Grande successo. Più tardi hanno pensato anche di proporre cioccolatini e caramelle.
La mattina il pullman era partito da Carate alle 7 con a bordo la maggior parte dei gitanti. Alle 7,20 aveva accolto le cinque persone che, come me, l'attendevano, a Vimercate, nei pressi dell'ospedale.
Proprio qui, a Vimercate, arriviamo alle 19,05. Agli altri, per concludere il viaggio, dovrebbe bastare un altro quarto d'ora.
Mario Usuelli.
La gita che si è svolta sabato 2 dicembre 2023, nei modi e nei tempi previsti, intitolata "Marché Vert Noel Aosta 2023" è stata proposta dal CRAL dell'ASST di Vimercate. Il programma prevedeva visita libera e pranzo libero. I tesserati del CRAL hanno pagato 37 euro, gli altri 42.
A ciascuno dei partecipanti è stato consegnata una scheda con l'indicazione di alcuni aspetti interessanti di quella città.