Bassi
Domenica 7 Maggio 2023
Bassi
Lui, il signor Ermanno, si dev'essere divertito tantissimo ad accompagnarci, non tanto per i quattro o cinque ambienti interni di villa Bassi, oltre al cortile e al giardino, che abbiamo veduto, quanto a portarci, con il suo dire, con una sorta di naturale leggerezza, su e giù, dentro e fuori dal grande albero genealogico di famiglia, vecchio, per la parte narrata, di almeno trecento anni. Per me, che avevo già intenzione di scrivere questa nota, è stato impossibile prendere degli appunti coerenti. Non ha lasciato spazio nemmeno a sua figlia, la quale, con molto tatto, ha cercato, in più occasioni, di dare un suo contributo alla narrazione del genitore.
Di Casa Bassi, che è posta nel centro storico di Trezzo, non sospettavo nemmeno l'esistenza. L'ingresso è in via De Magri, una vietta secondaria dalla quale sarò passato, forse, qualche volta, a piedi. Il muro esterno è trascurato, scrostato: non è un bel vedere. Il cartello davanti al portone non dice nulla a chi non sa nulla.
Casa Bassi è inserita nel catalogo delle Ville Aperte, curato dalla Provincia di Monza e Brianza, soltanto dal 2019. La visita dev'essere prenotata, l'ingresso costa 10 euro. Ad accogliere la decina di visitatori di stamattina, alle 10 e 30, è una giovane signora sobriamente elegante. Dice che, prima di aderire all'iniziativa della Provincia, si sono dovute risolvere certe questioni riguardanti le eredità. Aggiunge che l'intera proprietà, l'edificio principale, le sue pertinenze e il giardino, è sottoposta ai vincoli della Sovrintendenza ai beni Culturali. Lo sa che vi è un gran bisogno di lavori di manutenzione e di sistemazione ma i permessi e le autorizzazioni si fanno attendere, oramai, da anni. Più tardi, lei stessa, ci avrebbe accompagnati sù al primo piano dove si sarebbero voluti aggiornare i servizi igienici. Tuttavia, i muratori e gli idraulici si sono dovuti fermare quando, sotto un strato di intonaco è comparso, in un tratto non più largo di una spanna, quello che potrebbe essere un affresco antico.
Questa minuta attenzione, da parte del settore della pubblica amministrazione che si occupa di belle arti, pur giustificabile per molti versi, stride e scandalizza quando si apprende dello scempio gigantesco subìto dal giardino originario di Casa Bassi. Infatti un gran tratto di quello, è oggi occupato da un alto, incombente condominio, mentre subito dietro, vi è la piazza della Libertà aperta nello spazio che fu occupato da una filanda, presto fallita, anch'esso ricavato dall'antico giardino.
Possiamo soltanto immaginare come avrebbe potuto essere l'originario parco esteso rispetto a quello minuscolo odierno nel quale, tuttavia, vi sono un tiglio, una magnolia e un faggio secolari oltre ad un rarissimo esemplare di olmo americano.
Nella corte vi è un grande pozzo protetto da una tettoia sostenuta da quattro pilastrini cui sono avvinte piante di rosa oggi in piena fioritura. Oltrepassato il portone d'ingresso è impossibile non notarlo. Tuttavia il signor Ermanno, persona che ha superato da un po' gli ottant'anni, preferisce parlarci dell'enorme cantina, sottostante l'edificio ed il cortile, della quale descrive l'uso che se ne faceva: ci indica anche alcune finestrelle di aerazione. Dell'edificio, progettato per essere fruito prevalentemente d'estate, quindi aperto e arioso, fa osservare le modifiche effettuate, in varie epoche, per contrastare il freddo. Quando, finalmente autorizzati dalla Soprintendenza, potranno iniziare i lavori di restauro, bisognerà tenere conto anche del particolare colore giallo oro che affiora tra gli strati più profondi dell'intonaco: è costituito dalla mescolanza di calce viva con la sabbia dell'Adda.
Successivamente, entrati nella casa, prendendo spunto, in prevalenza, dai ritratti pittorici oppure da fotografie esposte, il nostro accompagnatore intrattiene la piccola brigata di ospiti con le vicende politiche, gli eventi, i legami, le parentele e i matrimoni di importanti famiglie della Lombardia. In primo luogo i Manzoni, i Trotti Bentivoglio e i Bassi, naturalmente, che questa Casa conducono da quattro secoli almeno. Sul retro di ciascuna immagine è trascritto tutto quanto può essere utile per indicarne il significato e qualificarla.
Tra i molti cita Paolo Bassi (1798 - 1855) che è lo stesso personaggio che trasformò villa Gina di Concesa da fortilizio a residenza dalle forme rinascimentali che la caratterizzano ancora oggi. Si tratta di uno dei beni culturali che, nell'ambito delle proprie iniziative primaverili del 2023, la delegazione vimercatese del FAI ha consentito a chiunque di visitare. Paolo Bassi giocò un ruolo importante nell'insurrezione delle Cinque Giornate di Milano: partecipò alla presa di Porta Tosa ed ebbe il compito di trattare la capitolazione degli insorti. Ebbe quindi rapporti diretti col Maresciallo Radetzky, il quale, secondo il nostro interlocutore, non fu tanto sanguinario come lo descrissero i suoi detrattori.
Al Maresciallo piaceva stare a Milano tanto che vi trascorse gli ultimi anni di vita. Si dice che abbia avuto diversi figli da una sua cuoca milanese, certa Meregalli, che non riconobbe mai sicché quelli presero il cognome della loro madre.
Merito di Radetzky fu la riorganizzazione dei servizi segreti militari austriaci che avrebbero avuto, pochi anni dopo, un ruolo decisivo nella sconfitta di Napoleone a Waterloo.
Il signor Ermanno ci fa accomodare su certi divani d'epoca, recuperati da una villa, venduta da poco, che la famiglia possedeva in Veneto. Le tre figlie e i generi avrebbero preferito che la si tenesse ma non volevano, o non potevano, accollarsi le spese di manutenzione. Si trattava, solo di tasse, di 70.000 euro all'anno. Del resto nessuno di loro ci avrebbe mai abitato. C'è chi vive a Roma, chi a Milano. Alla Casa di Trezzo tornano di frequente, ma non ci restano.
La stanza attigua a quella dove sono collocati i divani, ha le pareti ricoperte da libri. Sono soltanto una parte di quelli che si trovano qui a Trezzo. E' un peccato che non ce li abbia fatti vedere nel loro insieme.
I molti libri e i documenti, anche molto antichi, che si trovavano nel palazzo dei Bassi di Milano bruciarono in seguito ai bombardamenti effettuati su quella città da parte di Inglesi e Americani tra il 1940 e il 1944.
Per il compimento della visita, i nostri ospiti hanno apparecchiato, in una saletta a parte, un grande tavolo. Vi sono delle torte buonissime a detta di chi le ha assaggiate. Io accetto soltanto del caffè dato che è già passato mezzogiorno e dei dolci potrebbero guastare l'appetito che vorrei mantenere intatto per il pranzo previsto presso la pregiata "Locanda Famiglia Stucchi" che è poco lontana da qui.
Con diverse finalità, stamattina, passiamo dalla famiglia Bassi, alla famiglia Stucchi.
Sul foglio dove io mi limito a mettere il mio nome e la data di oggi, chi mi ha preceduto ha annotato l'invito a non disperdere tutte le storie, gli aneddoti, le citazioni dotte che abbiamo udito narrare nel corso della mattinata. Questo visitatore, probabilmente, non aveva ancora notato che lì presso, erano esposti, e in vendita, fascicoli e volumi riguardanti il microcosmo che fa perno su Casa Bassi i cui autori sono quasi tutti presenti. Cito soltanto "La collezione Ermanno e Paola Bassi Winsemann Falghera" e "Un giardino d'artista" di Luisa Winsemann Falghera. Quest'ultima è la signora che ha accolto noi visitatori; loro, Ermanno e Paola i suoi genitori. La nonna ha con sé il figlio di Luisa, Alessandro.
I sacchetti, che si notano, ben allineati su un apposito ripiano, contengono pasta fatta di cereali prodotti, con criteri biologici, presso i Poderi di Pietramogolana della quale la stessa Luisa Winsemann Falghera, dottoressa in Agraria, è titolare.
Compro "Un giardino d'artista" chiedendo una dedica all'autrice. Sulla mia copia lei scrive: "A Mario, spero che vi siate sentiti parte della nostra piccola grande storia. Spero a presto. Luisa".
Ecco come dare senso a una visita, un incontro, un'esperienza. Ecco che la piccola grande storia della famiglia Bassi, la quale, indipendentemente dal mutare dei cognomi, che per convenzione derivano da quelli portati dai padri, esprime una continuità e una durata senza paragoni con gli effimeri imperi, regni o repubbliche che sono apparsi e scomparsi nello stesso arco temporale.
Nel piccolo libro si trova uno schema che mostra, come attraverso soltanto cinque generazioni, Luisa e le sue sorelle, Margherita ed Elena, discendano da Alessandro Manzoni ed Enrichetta Blondel.
Tuttavia trovo ancor più interessante la pubblicazione, nel medesimo volume, delle ventitré lettere di Alessandro Trotti Bentivoglio alla sorella Margherita, coniugata Bassi, riguardo alla creazione del nuovo giardino di Casa Bassi, tra il 1890 e il 1893. L'estrema cura della pubblicazione si rileva anche dalle precisazioni riguardanti l'aspetto fisico di ciascuna lettera. Come qui alla prima anche in premessa alle altre viene annotato a seconda dei casi: "Autografo, carta intestata dell' Hotel de l'Europe / Corso Vittorio Emanuele / Milan. Foglio singolo, inchiostro nero, filigrana a righe, 127 x 205 mm, con data 6 oppure 7 febbraio 1890 a mano di Margherita Bassi" .
Mario Usuelli.