Home   |   Chi siamo   |   Dove siamo   |   Galleria   |   Convenzioni

Bernardino

Bernardino

Mario   Usuelli

Sabato 18 settembre 2021



Bernardino


Chi, vedendoci seduti, sulle panchine ombreggiate da pochi alberelli, a commentare pacificamente l'intensa giornata, in una piazzetta nel centro di Lallio, avrebbe sbagliato a considerarci un rilassato gruppetto di amici. Infatti, nonostante le apparenze, la posizione non era sostenibile a lungo. Avevamo dato un'occhiata rapidissima alla chiesa principale del paese, quella dedicata di santi Bartolomeo e Stefano, decorata per la festa d'autunno. Notiamo che vi è un bell'organo e che è ben utilizzato: un avviso riporta l'elenco dei concerti in programma. Dei ragazzi sono intenti ad allestire delle tavolate sul sagrato dove, stando ai cartelli esposti, sarebbe stato possibile cenare. A chi non è più tanto giovane la scena poteva ricordare certi aspetti delle desuete feste dell'Unità. Ma qui, nell'ambito delle festa settembrina del paese, tutto avviene sotto lo sguardo corrusco e inquietante di un voluminoso papa Giovanni di bronzo seduto in posizione strategica. Sono le 18,15 quando, dopo una breve resistenza, cedendo agli assalti delle zanzare, scappiamo verso il parcheggio per poi partire verso casa dove sarei arrivato alle h 18:55.  A Lallio eravamo arrivati alle h 15:10.  A prenotare la visita guidata, telefonando alla pro loco, aveva provveduto Matilde, la quale non ha neanche potuto venire a causa di un improvviso problema di famiglia. Troviamo senza difficoltà la chiesa dedicata a san Bernardino da Siena che è posta ben dentro l'abitato. Lallio dichiara, oggi, di avere circa cinquemila abitanti, una quantità conseguente all'insediamento, nel corso dei decenni più recenti, delle industrie nelle aree prossime a Bergamo. Nel 1950 a Lallio abitavano circa mille persone e cinquecento nel 1850. E' corretto supporre che quando san Bernardino venne fondata, nel 1450, non vi erano, nel territorio considerato, che poche cascine?

La data di fondazione è indicata in un bel cartello all'ingresso del piccolo cortile prospiciente la chiesa. Vi è scritto anche che le cappelle laterali furono aggiunte nel 1532 e che il campanile venne eretto nel 1606. Dei tre principali cicli di affreschi sono conosciuti gli autori di due ovvero Gerolamo Colleoni e Cristoforo Bascheris il Vecchio entrambi attivi nel XVI secolo. Del terzo è indicata la data del lavoro, il 1619, ma non il nome chi lo realizzò. Diverse persone, accomodate su sedie ben distanziate, ascoltano con attenzione, un gran frate, dal saio bicolore, che, col leggio davanti, con bella enfasi, fa quella che potrebbe essere stata una predica memorabile di colui cui la chiesa è dedicata.  Poi il gruppo si muove per una visita collettiva al paese. Mezz'ora dopo è pronta un'altra comitiva come lo è anche il frate, che, anche per queste persone, ripete la suggestiva recita. Infatti a fare la parte è un attore del Pandemonium Teatro, Tiziano Manzini, che conosco da anni. Colgo l'occasione per salutarlo. Alle h 16:00 iniziamo la visita guidata. E' venuto, solo per noi, un signore, che si chiama Giorgio Marziali, della locale associazione "Amici di San Bernardino" che si occupa di valorizzare la cappella. Questa è piccola, modesta nell'aspetto esterno dove è decorata solo da uno stemma araldico, illeggibile perchè quasi del tutto scolorito. Dentro è tutta dipinta. Seppure molto più piccola, mi richiama alla mente la cappella degli Scrovegni a Padova. Anche l'origine di questa chiesa è simile a quella: un uomo ricco che destina i suoi averi ad un' opera che gli consentisse, secondo il pensiero prevalente nel suo ambito culturale, di scontare i peccati e che valesse come ricordo di lui, il committente originario, e di quelli successivi, nel tempo a venire. Nei secoli successivi alla fondazione San Bernardino godette delle rendite derivate dai terreni ereditati. Tuttavia con le riforme napoleoniche quelle rendite cessarono ed iniziò un lento declino. Solo negli anni della fine del Novecento si verificarono le condizioni che consentirono di provvedere ai necessari lavori di consolidamento statico dell'intero edificio; di contrasto all'umidità, proveniente dal terreno paludoso, che stava distruggendo gli affreschi; di rifacimento del tetto il cui peso gravava sulla cupola causando guasti che si possono vedere ancora oggi. Successivamente fu quindi possibile iniziare il restauro degli affreschi, dei pavimenti, degli intonaci esterni. La parte maggiore dei dipinti riguardano la vita di san Bernardino, la vicenda di santa Caterina d'Alessandria e quella di Maria. Le tre storie sono presenti come cicli di quadri successivi. Ciascuno dei cicli presenta caratteri formali propri. Nel presbiterio è raffigurato Cristo nella passione, morte e resurrezione. San Rocco, curiosamente, è rappresentato più volte da pittori diversi. Nessuno sa dove siano le opere che, appartenenti in origine a questa cappella, sono state trafugate. Chi ci accompagna nella visita è persona competente della materia, sistematica e ben organizzata nell'esposizione. Ci mostra, via, via, praticamente ogni dipinto presente nella cappella spiegando di quale episodio si tratta. Ci fa notare i ritratti dei magnati committenti che pagavano anche per esibire ai posteri la propria immagine. Salvo che, quasi in ogni caso, oggi, nessuno sa più chi fossero costoro. La variazione del concetto di bellezza femminile è ben chiarita dalle interpretazioni dell'aspetto della Madonna succedutesi nel tempo. Le armi e le corazze indossate dagli armigeri rappresentati non sono certo quelle proprie al tempo cui la scena si riferisce ma sono quelle dell'epoca della realizzazione del dipinto. Sono solo cavalli quelli che accompagnano i Magi perchè la fisionomia dei cammelli era sconosciuto ai pittori di quel tempo. In molti lavori i tessuti e drappi sono messi in bell' evidenza data l'importanza che la loro produzione e la loro commercializzazione rivestiva. Un paio di volte la nostra guida ha interrotto il suo dire per chiederci se sapevamo già ciò di cui ci stava narrando. Allora gli ho detto del nostro apprezzamento per il suo modo di condurre la visita e che non avrebbe avuto senso, né vi era motivo, per interrompere o criticare quello che andava illustrando indipendentemente da quanto avremmo potuto sapere noi della materia trattata. Rassicurato, ha descritto nei dettagli come si deve operare per dipingere un affresco. Ha sottolineato che per ottenere un risultato compiuto devono convergere, in tempi rapidi, competenze diverse. Se è certamente corretto attribuire un lavoro ad un determinato pittore, è altrettanto giusto rimarcare che gli affreschi realizzati sono un'opera collettiva. La mattina ci eravamo dati appuntamento alle 8,30 presso il bar "Mais" di Busnago. Poi c'eravamo diretti a Cologno al Serio. Arriviamo là alle h 09:45.

Lasciata l'auto al parcheggio percorriamo a piedi la strada che fiancheggia il fossato che circonda la città fortificata. Vi sono papere e pesci nell'acqua che appare limpida e che parrebbe originarsi dalle risorgive. Alcuni tratti delle mura si sono conservate così come le quattro torri sotto i cui archi si deve passare per accedere alla cittadella Le case poste intorno al perimetro della fortificazione hanno quasi tutte un giardino, un pollaio, un orto ben curati che guardano verso l'esterno. Così chiunque percorra la circonvallazione, come fanno in molti in questa bella giornata fresca, non può che ammirarli compiaciuto. Dentro l'area recintata, una rocca, o castello, posta presso la principale delle porte, ospita degli uffici del municipio. Visitiamo brevemente, all'interno della cittadella, il piccolo parco prossimo al castello, alcune delle strade, una piazza, una grande chiesa decorata per salutare l'arrivo del nuovo parroco. Notiamo che vi sono diverse colonnine a disposizione di chi intendesse ricaricare le batterie del telefono, della bicicletta, dell'auto. Lasciamo Cologno al Serio alle h 12:30 per recarci a Urgnano presso il ristorante "La Bettola" dove abbiamo prenotato il pranzo. Siamo là alle h 12:45. Il locale è vasto ma preferiamo accomodarci all'aperto. Spendiamo € 22,oo a testa per delle buone vivande e un buon servizio. Trovandoci bene ci tratteniamo là per un paio di ore impegnati nella conversazione. Quindi ci muoviamo verso Lallio, dove, come ho già scritto, giungiamo alle h 15:10.



Mario Usuelli.


Insieme a me hanno partecipato alla gita Franco Torri; Alessandra Giani; Graziella Colombo; Carmen Corti.

Hanno collaborato all'organizzazione della gita: Matilde Dossi; Clementina Fumagalli; Graziella Colombo; Carmen Corti.

Le fotografie allegate a questo testo sono state scelte tra le molte scattate da Graziella Colombo che ha documentato ogni aspetto della giornata.

 

Share by: