Imbersago
Sabato 13 Novembre 2021
Imbersago
Alla "Trattoria dei Cacciatori" di Imbersago sono arrivato troppo presto. La signora che apre il portoncino mi dice occorrerà aspettare fino alle h 12:30. Allora, decido, faccio una passeggiata in paese. La via Castelbarco, dove è posta la trattoria, dove è prenotato il pranzo della comitiva di ospedalieri, sembra essere la strada del paese. Si presenta bene, larga, pulita, ordinata. Il traffico è scarsissimo, la giornata bella. Ci sono il benzinaio, due banche, un negozio dove fanno tatuaggi. In ottimo assetto è un antico lavatoio, protetto da una struttura di legno coperta di coppi. Le poste, dei parcheggi e altri negozi si notano sulle vie laterali. La piazza successiva è dedicata a Garibaldi che, dopo la sconfitta di Custoza, come è scritto su una larga lastra di marmo collocata sul muro di un palazzo, parlò alla folla e dormì ospite dei proprietari di quella casa. Vi è, nella medesima piazza, una fontana rotonda con tanti getti d'acqua. Una donna, nuda, bellissima, pare apprestarsi ad entrare nella vasca. A quella statua faccio una fotografia. A contrasto, risalta il monumento ai caduti, costituito da una sorta di arca sorretta da quattro esili colonne, che è proprio brutto. C'è scritto: "Ai suoi figli valorosi, caduti per la patria, Imbersago in memoriam MCMXV-MCMXVIII" Li conto, quei morti, sono 19. Moltissimi per un villaggio che, secondo i dati del censimento, nel 1911 contava 1443 abitanti. Non vi è cenno, invece, come è prassi in questo genere di memoriali, ai reduci rovinati nel fisico, nella mente e nello spirito, ai mutilati, alle vedove, agli orfani... che continuarono a pagare i costi della guerra per i successivi trenta o quarant'anni.
Torno alla trattoria prima dell'ora indicata. Presso l'ingresso vi sono già dei signori che non conosco ma che dovrebbero essere proprio della mia compagnia. Oggi si celebra il pranzo sociale del CRAL dell'ospedale di Vimercate.
Entro. Un lungo tavolo è già pronto, apparecchiato a puntino. I camerieri intenti ad allestire il resto della sala mi guardano perplessi quando dico, con un tono piuttosto allarmato: "Ma lì saremo stretti. Ci sono le distanze di sicurezza?" Interviene la signora che avevo visto aprire la trattoria un'ora prima. "Signore", mi fa, "le assicuro che tutte le regole di sicurezza sono rispettate" "Bene" rispondo io, "bene, speriamo bene".
Del resto a tutti coloro che entrano viene richiesto di esibire un certificato di vaccinazione valido. Io, che sono entrato e uscito dal locale tre o quattro volte, ho mostrato altrettante volte la carta verde agli addetti alla verifica che si sono succeduti all'ingresso. Nessuno si è presentato in grave ritardo.
Quanto ai partecipanti al pranzo c'è da dire che non tutti sono pensionati né si tratta di un'adunanza di soli uomini.
Radunata l'intera compagnia, prima di incominciare a mangiare, ho considerato che, tutti seduti al tavolo, un bell'agio per ciascuno c'era. Abbastanza, certo, per stare comodi ma probabilmente troppo poco per evitare contagi da prossimità.
Per il resto, ovvero per l'essenziale, si è trattato di un convivio molto ben riuscito. Ognuno ha potuto conversare placidamente coi vicini di posto mentre apprezzava le vivande man mano che venivano servite. La temperatura e l'illuminazione adeguate hanno agevolato le relazioni. Molto apprezzata l'assenza di quella sorta di musiche volgari, diffuse talvolta per mezzo di altoparlanti pervasivi, che comportano un irritante disagio. Né vi era, tra i pochi altri avventori della trattoria, chi disturbasse con strilli o lamentazioni. I camerieri, rapidi e discreti, hanno mostrato di essere degli operatori di lunga esperienza.
Una vasta scelta di assaggi saporiti ha preparato l'arrivo del piatto principale. La 'cassola' fatta di verze asciutte, prive di grasso, con il cotechino e le costine molto ben cotte, è cucinata come piace anche a me. Chi ha chiesto le cotenne o altre parti del maiale, ingredienti irrinunciabili della 'cassola' preparata alla maniera contadina, le ha avute in aggiunta. Infine abbiamo potuto scegliere tra diverse varietà di torte e concludere col caffè. Della qualità delle bevande, di ogni sorta tranne che dell'acqua minerale, non chiedete a me. Ambrogio Rovelli, che ha organizzato il pranzo è stato ringraziato con un applauso. Lo stesso Ambrogio, insieme ad Angelo Stucchi hanno raccolto la quota concordata di venti euro da ciascuno dei partecipanti i quali, al momento dell'iscrizione ne avevano versati quindici. Sono andato via per primo, verso le h 15:00. Ho fatto la fotografia alla compagnia per allegarla a questi appunti. Prima di uscire alla signora del portoncino ho detto che siamo stati contenti. E di riferirlo ai collaboratori. La 'cassola' ha fama di essere di difficile digestione. Tuttavia, questa della trattoria di Imbersago non mi ha causato imbarazzi di sorta. Il che vale come elogio per i cuochi.
Mario Usuelli.