Mercatini di
Natale
Sabato 17 dicembre 2022
Mercatini di Natale
Questa gita ai mercatini di Rango e di Tenno, è stata proposta e organizzata dal CRAL dall'ASST di Vimercate.
La quota di partecipazione era stata fissata in 25 euro per gli iscritti al CRAL e di 30 euro per gli altri. La comitiva conta 40 persone delle quali 32 partono da Carate e 8 da Vimercate.
Il pullman giunge puntualissimo all'appuntamento presso la rotatoria antistante all'ospedale di Vimercate. Anche noi siamo là precisi alle 6,30 sicché non prendiamo freddo né obblighiamo alcuno ad aspettarci.
Facciamo una sosta, di circa mezz'ora, dalle 7,30 presso il grill di Valtrompia.
Il viaggio si svolge tutto senza il fastidio che provocano film, musiche o filmati. S'è quindi potuto dormire o conversare mentre l'automezzo filava, per un gran tratto, nel buio e nella nebbia.
Alle 10,10 giungiamo a Rango, frazione del comune di Bleggio Superiore.
Il cielo è sereno, l'aria è limpida. Uno strato piatto di nuvole biancastre copre la parte bassa della valle, ne resta fuori l'abitato di Bleggio, cioè le sue case radunate tutte intorno al campanile. La lieve nevicata, che dev'essere stata recente, ha imbiancato tutto. Non ostante ciò le strade sono perfettamente pulite.
Il contrasto col grigio umido che ci ha avvolti per tutto il viaggio è stridente. Mi diverto a scattare alcune foto.
Tutto appare molto ben organizzato. Vi sono dei parcheggi dedicati ai bus e alle auto presso il campo di calcio ma anche diversi bagni pubblici prefabbricati. I pompieri volontari esibiscono un paio di Land Rover, messe a lucido. Qui vi è anche il punto di partenza delle navette che, attraversato Balbidio, portano a Rango. L'unico bar è affollatissimo, come si conviene quando arriva un pullman carico di turisti, tanto che rinuncio a prendere un caffè.
Per chiunque sia in buona salute, non è un percorso, quello che porta ai mercatini, che si possa definire lungo né tanto meno erto. Dopo tanto viaggiare seduto, preferisco muovermi un poco a piedi. L'intento è condiviso anche da altri
Eccoci dunque, alle 10,30 a Balbido il paese dipinto. Sappiano coloro che hanno utilizzato la navetta che hanno perso sia gli affreschi che sono sui muri di Balbidio il paese dipinto, appunto, che la strega gigante della frazione Cavrasto di Balbidio medesima.
Infatti chi utilizza i mezzi motorizzati passa veloce e se ne va, mentre chi sale passo passo, e non ha fretta, si ferma quando vuole, fotografa, prende appunti, commenta con gli amici o anche coi passanti sconosciuti ma interessati.
I dipinti delle case di Balbidio, che credo siano una cinquantina, non li ho visti tutti. Riguardano, alcuni, i mestieri di una volta come lo spazzacamino, l'impagliatore di sedie, la mugnaia, la carbonaia e altri ancora. E poi si trovano immagini riferite alle strie, a dei rituali misteriosi, alle feste... Ci sono anche molti fiori a Balbidio che m'è sembrato essere un paese dal vissuto, autentico, prestato ai turisti solo in rare occasioni. Spero di non essere smentito. M'è molto piaciuto.
E' più alta della chiesina dedicata a san Luigi Gonzaga che ha al suo fianco. Come è giusto, essendo lei la portatrice di una cultura antecendente e più profonda.
Dico della strega, la stria di legno e di bambù, che, alta almeno dieci metri, rimescola chissà che intruglio nel suo calderone. Se un'opera che possa definirsi d'arte è quella che ti prende dentro, d'istinto, senza bisogno di valutazioni estetiche estraee o accademiche, ebbene, questa lo è.
Poi c'è la storia. L'epopea delle streghe, la loro presenza, vera, presunta o supposta, le persecuzioni da loro subite appartengono alla grande storia.
E' del tutto fuorviante considerare quanto attiene alle streghe come qualcosa di fiabesco originato da innocue e indefinite leggende. Le streghe, con gli arresti, i processi, le prigioni e i roghi furono sconfitte insieme alla primordiale civiltà della quale erano un'espressione. Poi, come accade in questi casi, si volle annullarle con il dileggio e la denigrazione, che sono proprie del trattamento che i vincitori riservano ai vinti.
Le streghe hanno rappresentato una forma della resistenza della cultura ancestrale, montanara e contadina, allo sforzo delle classi egemoni di imporre, con le blandizie, la propaganda, l'imitazione oppure, quando ciò non bastasse, con la violenza, forme di culto e un complesso di simbologie e di credenze estranee al contesto culturale locale ma funzionali al loro dominio.
La "caccia alle streghe" afflisse l'intera Europa per circa tre secoli. Nelle valli Giudicarie, dove ci troviamo, fu particolarmente lunga e accanita. La cultura profonda non si arrende facilmente.
11,30 Il cartello stradale dice che Rango è nell'elenco dei borghi più belli d'Italia. Come dargli torto? Ci troviamo in un villaggio di montagna dove molti degli abitanti, insieme, probabilmente, anche ad altre persone venute da fuori, sono impegnati nella festa. Siamo venuti fin quassù per i mercatini e infatti ve ne sono d'ogni tipo, in ogni piega del paese. Si direbbe che ciascuna famiglia, ogni abitante di casa, abbia collocato per la strada, alla vista dei molti avventori convenuti, quanto ha di antico, curioso, decorativo, particolare. Arrivati lì ci siamo immersi in una congerie di presepi, statue, trattori, pannocchie, suonatori di fisarmonica vestiti strani, con un gran va e vieni. Una bell'atmosfera favorita dal cielo azzurro e dall'aria secca della montagna. Ragguardevole l'offerta dei molti espositori: bevande, salumi, profumi, erbe, ceramiche, formaggi, antichità, candele, unguenti, liquori, sculture, gioielli, vestiti e via, via. Proprio piacevole.
12,50. Per il pranzo ci rivolgiamo al "Miravalle" di Bleggio Superiore. Insieme al gruppo delle vimercatesi troviamo posto nella terrazza coperta. Luogo, servizio e qualità sono apprezzabili. Prendo un tris di primi composto da canederli al burro e granella di noci; strangolapreti al burro; spatzle alla trentina. Questi ultimi sono quelli che apprezzo di più. Con l'acqua e il caffè spendo 20 euro.
Alle 14 tutti quanti ci ritroviamo, come concordato, presso il parcheggio dei pullman a Rango. Si fa l'appello rapidamente. Ci siamo tutti e 40. Alle 14,10 via.
Poco dopo il paese di Fiavè percorriamo con l'autobus la strada che affianca il Parco delle Palafitte che è posto su un vasto terreno piano, circondato dai monti. A motivare un insediamento preistorico, in questo luogo, vi era il lago Carera, Quando, col progressivo depositarsi di residui fluviali il lago si prosciugò, il sito venne abbandonato. Scavando torba, fu nell'Ottocento che si rinvennero centinaia di pali conficcati nel terreno. La scorsa primavera ho avuto modo di seguire i sentieri e le passerelle costruite a cura del Parco così come alcune capanne fatte come si ipotizza avrebbero potuto essere in epoca preistorica. Trovai quel luogo verdissimo, silenzioso e affascinante. Ora, che è tutto bianco di neve, vedo che sono state predisposte le piste per lo sci da fondo.
Alle 14,30 il nostro pullman entra nel parcheggio prossimo al lago di Tenno,
Non c'è neve.
Anche qui è offerto un servizio di navetta verso Canale del quale molti approfittano.
Io, insieme ad alcuni altri della comitiva, preferisco andare là a piedi, scendendo prima a vedere il lago. Le conseguenze della terribile estate, calda e asciutta che c'è toccata quest'anno, sono ancora ben visibili. Rispetto a quando lo vidi sei mesi fa il livello dell'acqua si è molto ridotto lasciando il segno di dov'era, sulle sponde. Quella che allora era un'isoletta adesso è un promontorio. Anche la luce è cambiata, inoltre assecondando la stagione, i colori sono diversi da come li ricordo.
Provenendo dal lago di Tenno, seguendo la stradina quasi in piano che li collega, Canale di Tenno appare tutto raggruppato in sé, senza campi, orti o altri spazi aperti né tra le case né, oltre queste, verso il bosco che lo circonda tutto.
Sono le 15 quando entriamo a Canale attraversando una porta che si direbbe essere quella di un luogo fortificato. Probabilmente lo è stato. Canale di Tenno non ha l'aria di essere, adesso, un paese vissuto ovvero abitato stabilmente da persone che vi risiedono e vi lavorano. Ho l'impressione che, dopo essere stato abbandonato nel secondo dopoguerra, le sue case, rimesse a nuovo mantenendo tuttavia l'aspetto antico, siano diventate luogo di vacanza. E' un posto bello, caratteristico, alla moda. Scomodo però.
In occasione dei mercatini nelle vie del borgo sono state posate delle passatoie rosse. Oltre a queste, rispetto ai tempi normali, ho notato solo qualche luminaria in più, ma nemmeno tante.
Gli espositori del mercatino di Canale di Tenno, secondo un volantino che mi regala la signora Cristina titolare dell'omonimo albergo, sito in località Sant'Antonio, sono 62. Non vi sono bancarelle nelle strade nè tanto meno delle casette di legno, come d'uso nei mercatini organizzati presso altre località, dato che qui non vi è lo spazio fisico dove metterle. Gli oggetti in vendita sono piuttosto collocati sotto gli archi, al termine di passaggi a fondo chiuso, dentro cantine o altri locali i cui portoni sono lasciati aperti.
Io che non mi appassiono molto alle mercanzie esposte, vago qua e là, un poco da solo un altro poco con qualcuno della compagnia. E' tutto un perdersi per ritrovarsi subito nelle tre strade strette e aggrovigliate. C'è gente ma non tantissima. Mi interessano, piuttosto, l'architettura, le costruzioni, il paesaggio. Si vedono, sporgendosi all'esterno dell'abitato, Riva del Garda e la parte di lago verso cui quella città si affaccia, il castello di Tenno e alcune frazioni di questo comune.
Sono presenti parecchi operatori della Protezione civile distinti dalla pettorina gialla. Tuttavia considerando la scarsa larghezza delle vie mi sembra che siano state fatte delle scelte non condivisibili. Una parte dell'uscita verso il lago è strozzata da una grossa automobile che, sul parabrezza, esibisce un cartello dove è scritto che la stessa auto è pronta ad evacuare eventuali infortunati. M'è parsa una posizione che riduce le possibilità di fuga in caso d'emergenza. Ho visto anche un gippone sistemato a cavallo del bivio verso Ville del Monte
Il lago, Canale, Ville del Monte, Sant'Antonio sono tutte frazioni del comune di Tenno. Non sono affatto distanti tra loro, tanto che, a piedi, si va dall'una all'altra in un quarto d'ora o poco più. Anche i dislivelli che le separano sono minimi.
Da Canale lo si vede bene ma non si capisce se l'albergo Cristina, che mi ospitò per una vacanza di una settimana, sia aperto o no. Allora scendo vedere. Ci vuole tanto poco! Mi faccio fare un caffè doppio poi chiamo le altre persone della compagnia vimercatese. Anche loro approfittano dei servizi e del bar.
Lasciamo l'albergo della signora Cristina alle 16,45. Arriviamo al parcheggio del lago di Tenno proprio alle 17. Tutti gli altri della comitiva sono già saliti anche se era stato indicato come orario limite le 17,30. Il bus si muove alle 17,05. E' già buio.
Stavolta l'autista decide di utilizzare le autostrade, diversamente da come fece venendo qui. Perciò si dirige verso il casello di Rovereto.
Alle 19,50 siamo già a Vimercate. Scende il primo gruppo. Il resto della comitiva prosegue per Carate.
E' stata una bella gita, organizzata bene e gestita al meglio. I luoghi scelti quale meta hanno dimostrato un rilievo tale da interessare anche chi vi era già stato o che non era interessato agli acquisti. La distanza delle località si è dimostrata adatta ad un viaggio di una giornata in pullman. La tabella di marcia è stata rispettata alla perfezione. Competenti e affidabili gli autisti, discreti ed efficienti gli assistenti di viaggio, Paola e Donato. Bravi anche tutti noi che abbiamo partecipato.
Mario Usuelli.