Minerva
Sabato 17 luglio 2021
Minerva
La nuova sede del Museo Archeologico Nazionale della Valle Camonica è in piazzale Giacomini 2, presso un palazzo già esistente nel centro storico di Cividate Camuno. L'inaugurazione è avvenuta l'11 giugno 2021, oggi pomeriggio l'ho visitato. L'edificio è sobrio e discreto, l'esposizione è curata ed essenziale. Non vi sono trovate di architetti fantasiosi, nemmeno filmati o video né, tanto meno, postazioni interattive. Ma gli oggetti, tutti, sia i frammenti minuscoli che i grandi blocchi di pietra scolpiti, sono collocati ben distanziati e illuminati, le didascalie che li accompagnano sono chiare e concise. La qualità delle reliquie esposte è elevatissima. Il reperto più importante, la grande statua della Minerva, che fu ritrovata nel santuario di Breno, vi è esposta in modo proprio e adeguato. E', questo, un piccolo museo le cui dimensioni consentono, a chi abbia interesse all'archeologia senza essere uno specialista della materia, di osservare tutti i reperti in meno di due ore.
L'addetto, cui pongo la questione, mi dice che, rispetto alla precedente collocazione, alla periferia del paese, questa nuova presenta circa un dieci per cento di pezzi in più. Ho notato che tra essi ve ne sono certamente alcuni che riguardano le pratiche sepolcrali. I curatori dell'allestimento hanno riportato su una parete talune iscrizioni latine incise sulle pietre conservate nel museo insieme alla traduzione in lingua italiana. Le ricopio qui perché mi paiono interessanti indicatori di una cultura e di una mentalità.
"...non omnis moriar..." "Non morirò del tutto" (Orazio, Odi 30,3)
"Sit tibi terra levis" "La terra ti sia lieve" (Marziale, Epigrammata, IX, 29)
"Terra tenet corpus, nomen lapis atque animam aer...". "La terra tiene il corpo, la pietra il nome, l'aere l'anima..." (Iscr. CIL III, 3247)
"Stat lapis et nomen tantum, vestigia nulla". "Resta solo una lapide, un nome, e nessuna traccia" (Iscr. CIL VI, 22215)
"Quod superest homini, requiescunt dulciter ossa..." "Qui riposano in pace le ossa: ciò che resta d'un uomo" (Iscr. CIL VI, 7193a)
In mattinata avevo attraversato, insieme alle persone cui mi accompagnavo, i notevoli resti della parte monumentale della città romana, capoluogo della valle, che fu Cividate Camuno. Poi, lungo un viottolo che affianca il fiume Oglio, introdotto da una lunga galleria che si percorre solamente a piedi o in bicicletta, ero tornato a rimirare il santuario di Breno. Sia questo santuario, sia l'area archeologica di Cividate, oltre che il museo nella sede di allora, li avevo visitati nel 2018. Anche in quella occasione avevo preso degli appunti sul taccuino, che poi trascrissi.
Oggi, come erano, questi luoghi sono ordinati, puliti, per niente affollati, l'ingresso è gratuito. Stavolta non ho trovato scolaresche presso il santuario di Minerva. A custodire l'ingresso vi era un signore, molto anziano, che indossava una mascherina decorata con penne d'alpino tricolori e aveva appoggiato un cappello coi distintivi del reggimento sul ripiano dello sportello. Ci ha chiesto di scrivere sul registro dei visitatori la nostra provenienza poi ci ha detto che suo figlio, di 46 anni, era da poco stato promosso colonnello, degli alpini naturalmente. Allora, gli ho risposto, prima di andare in pensione diventerà generale.
Mario Usuelli.