Must
Sabato 21 ottobbre 2023
Must
Stamattina si è svolta, presso il Must, il Museo del Territorio di Vimercate, la visita guidata speciale agli archivi Ponti Sottocasa. L'iniziativa, curata da FAI, era denominata "Un tuffo nel mondo di fine Ottocento".
Abbiamo partecipato in pochi. Peccato per chi non c'era ma avrebbe potuto esserci. Si è, infatti, dato un caso, non molto frequente, di piena soddisfazione intellettuale.
Radunati intorno ad un plastico dettagliato dell'edificio, delle sue pertinenze, del giardino e del frutteto, ci è stato narrato delle vicende che hanno riguardato la costruzione, l'utilizzo e la destinazione dei numerosi ambienti, ovvero quelli destinati alla residenza della famiglia, le sale, gli scaloni e i cortili di rappresentanza ma anche dei locali utilizzati per lo svolgimento delle pratiche legate alla produzione agricola. Tra l'altro, ci sono stati fatti notare, su uno dei muri del cortile presso il quale abbiamo iniziato la visita, una serie di chiodi, o ganci, ben allineati e opportunamente tra di loro distanziati, cui venivano appesi tralci di vite, carichi di grappoli a maturare al riparo dalle gelate e mazzi di pannocchie di granoturco, le migliori dell'annata, a seccare all'aperto così da essere pronte per fornire i semi per la stagione agricola successiva. All'interno della villa, ci avrebbero poi mostrato anche un massiccio apparecchio fatto di legni, guarnizioni metalliche e corde che veniva utilizzato per sollevare fino al magazzino, posto nelle soffitte, pesanti sacchi colmi di mais.
Il plastico si è dimostrato anche adatto al racconto della trasformazione, progressiva, dell'area a verde dalla modalità detta all'italiana, che costringeva la vegetazione a formare rigide figure geometriche, a quella all'inglese, che consisteva nella costruzione di giardini apparentemente naturali ma in realtà studiatissimi per ottenere effetti scenografici giocando tra gli spazi liberi e quelli boscati con uso, frequente, di essenze rare o esotiche.
Il museo, propriamente detto, quando entriamo, è popolato da diversi bambini che, con i loro accompagnatori adulti, paiono divertirsi tantissimo giocando con le luci, gli oggetti e le immagini.
Sostiamo prima nella saletta dove sono riprodotte, in scala, le principali Ville di Delizia del territorio vimercatese. Brevi filmati dedicati ne raccontano la storia.
Molto più a lungo ci soffermiamo dove sono esposti i ritratti della contessa Elisabetta Sottocasa e di Luigi Ponti. E' qui che la nostra guida, Alessandra Corno, narrando le vicende famigliari dei due personaggi, delineando il contesto sociale nel quale vissero e descrivendo e commentando i grandi dipinti che li riguardano, ha dato il meglio di sé.
Siamo poi saliti su un scaletta, di quelle che i visitatori comuni trovano sbarrate da un cordone che regge il cartello con scritto 'vietato'.
Dalle finestre dell'archivio del Must si vedono i tetti di Vimercate. Faldoni ordinatissimi riempiono un armadio grande quanto la parete. I nomi riportati sul dorso dei raccoglitori sono gli stessi degli illustri personaggi i cui ritratti abbiamo appena veduti. A distinguerli sono intestazioni più comuni, ordinarie: tasse, compravendite, affitti, pagamenti e via dicendo.
Abbiamo trovati esposti, su un grande tavolo, alcuni dei documenti conservati nell'archivio tra i moltissimi disponibili, protetti da fogli trasparenti. L'archivista, Maria Cristina Brunati, ne ha descritto compiutamente il contenuto collocando quei reperti nel contesto storico durante il quale vennero prodotti.
Ottima la presentazione fatta da una persona interessata, competente, appassionata del suo lavoro, consapevole del valore di quello che ha tra le mani.
Salutandoci ha detto che per ottenere i permessi necessari per consultare la documentazione disponibile presso il Must, chiunque può presentare domanda presso il Comune.
Andrea Castagna ha fotografato il nostro gruppo di visitatori all'inizio del percorso, oltre all'archivio con il tavolo dei documenti esposti.
Cristina Tomada ha ripreso la decorazione di un soffitto; l'elenco lunghissimo delle specie di camelie che nel secolo scorso venivano coltivate presso i giardini Sottocasa; le decorazioni di un tavolino che circondano le lettere E ed S riferite di certo a Elisabetta Sottocasa; un tratto di un raffinatissimo pavimento di legno; una scala misteriosa che porta ai piani alti.
Mario Usuelli.