Palanzone
Domenica 18 settembre 2022
Palanzone
Ad alcuni corrispondenti trasmetto alcune fotografie e pochi appunti che riguardano la gita di oggi al monte Palanzone.
Alle 10 abbiamo lasciato l'auto alla Colma di Sormano, vicino alla cupola dell'osservatorio presso la quale c'è una statua di madonna magra e patita che mette tristezza solo a guardarla. Oltre alla nostra c'è soltanto un'altra macchina. Prendiamo un caffè presso il bar della Colma. Con me c'è Giovanni Pennati.
Ci muoviamo verso il Palanzone e il rifugio Riella, che sappiamo essere chiuso, alle 10,15. Si sta bene, c'è un sole caldo, una leggera brezza, solo coste sottili e interrotte di neve vecchia sul sentiero. Allaccio comunque i ramponcini Grivel. Giovanni no dato che ha dimenticato di portarli. Saliamo rapidi.
Alle 11 la giacca a vento pesante e il maglione che indosso sono di troppo: basta un golfino fin che ci si muove in salita.
Alle 11,15 siamo sulla cresta, fuori dai radi boschetti del tratto iniziale. Il sole ora è alto, c'è foschia sulla pianura. Sono un poco annebbiati, nella stessa misura, sia il monte Rosa che il Resegone benché questo sia assai più vicino dell'altro. La brezza che sale da sud è aumentata ma non dà fastidio.
Ore 11,40: quasi ci siamo. La neve, che è presente su tutto il sentiero, è ben marcata dai molti escursionisti che l'hanno calcata ed è asciutta, secca ma non tanto dura sicché vi fanno presa anche le suole di Vibram degli scarponi privi di ramponi.
Alle 12 precise siamo in cima al Palanzone a 1.434 metri di quota. Quindi, essendo partiti da un'altezza di 1.121 abbiamo superato un dislivello di 313 metri. Nella salita non abbiamo incontrato nessuno. Sulla vetta di questa montagna, chissà per quale motivo, qualcuno ha posto una specie di obelisco circondato da un muretto che forma una sorta di cortile. La bizzarra costruzione, certo non bella, comunque marca il luogo e la si vede da lontano. Qui troviamo tre signori, intenti a fare uno spuntino, che sono di Vimercate. Uno di loro, Giovanni Galbusera lo conobbi durante una gita ai forti di Genova anni fa. Anche lui sui ricorda di me. Lui conosce i nomi di tutti i fiori che crescono a queste latitudini. Si parla, tra tutti, di gite in montagna fatte e da fare: la muraglia di Fenestrelle, il forte dello Chaberton, il giro intorno all'Etna dormendo nei bivacchi ...
Arriva anche una signora sola, da Erba: tira fuori un grosso panino dallo zaino poi si siede sui gradini alla base dell'obelisco.
Sono stato quassù molte volte e ancora mi pare magnifico per quanto si può osservare tutto d'intorno.
Veniamo via, io e il mio compagno di gita, alle 12,45. Giungiamo alla Colma, presso la nostra macchina, alle 14,05 senza difficoltà. Verso la metà del percorso in discesa avevamo veduti, abbastanza da vicino, tre caprioli correre nel bosco.
Facciamo uno spuntino composto di affettati, formaggi, polenta fritta, birra e caffè, presso l'osteria della Colma che ci costa 18 euro ciascuno.
Partiamo alle 14,55. Siamo a casa, rispettivamente, ad Arcore alle 16,15 e a Bellusco alle 16,40.
Saluti. Mario Usuelli.