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Perledo

Perledo 

Mario   Usuelli

Mercoleì 8 febbraio 


Perledo

 

Oggi ho veduto i primi fiori della primavera in montagna. Tanti ellebori, poche primule e una sola epatica. Ho visto risaltare, già alte, tra il fogliame rinsecchito, anche quelle particolari felci che alcuni chiamano lingua di cervo, la phyllitis scolopendium. Crescono nel vallone che divide Vezio da Perledo, due località che si trovano poco a monte di Varenna, sul lago di Lecco. Qui il Sentiero del Viandante scende, ripido e tortuoso, fino a un ponte antico che scavalca il fondo adesso secco del torrente.  Poi risale fino alle prime case dove si scioglie e dirama tra di esse.

Il sagrato della chiesa di Perledo è vasto e proteso sul lago il quale oggi è un poco offuscato dalla bruma. L'anziano, vivace signore ha voglia di dire di sé, vuol sapere qualcosa di noi. E' il primo incontro da quando ci siamo mossi da Vezio. Là avevamo lasciata la macchina dove è previsto il pagamento della sosta solo a partire dal mese prossimo, quando dovrebbero arrivare tanti turisti. Faccio una fotografia al manifesto dove sono elencate diverse iniziative che riguardano Antonia Pozzi, poeta. Alcune sono già trascorse, ad almeno una delle altre mi piacerebbe partecipare. 

Anche se sono già le 10 "Il Portichetto" è ancora chiuso. Tuttavia gli addetti, interpellati col telefono, accettano di riservare cinque posti all'ora di pranzo per noi.

Decidiamo quindi di porci in cammino verso il Nord, fissando come punto di arrivo questo stesso della partenza. 

Appoggiato al primo gradino della bella gradinata barocca, ci racconta di essere stato all'estero per molti anni. Prima in Gran Bretagna, ad imparare la lingua. Poi in Pakistan il paese che più di altri subì il cataclisma sociale derivato dall'improvviso abbandono dell'India da parte degli inglesi. Composto, all'inizio, da due parti, distanti tra loro migliaia di chilometri, il Pakistan non rimase unito per molto. La parte orientale, divenuta indipendente dopo parecchi travagli, prese il nome di Bangladesh. E' abitato da brave persone, ci dice. Lui, che ha vissuto là, tornava in Italia ogni due o tre anni per riposarsi.

Successivamente è stato inviato in Brasile, nella zona delle foreste. Adesso è a Perledo ad aiutare il parroco.   

Una vita intensa e singolare rispetto alle consuete.

Entro, per breve tempo, in chiesa. Dedicata a san Martino che è raffigurato nel rosone ricavato sopra la porta d'ingresso, presenta una pianta ottagonale allungata che mi pare piuttosto particolare. 

Esco, vedo arrivare il parroco che discorre con una signora della festa di sant'Apollonia, che sarà domani, si farà coi battelli, a Onno, una frazione di Oliveto Lario. Intervengo. E' la patrona dei dentisti e di chi soffre di mal di denti. Vi è un affresco che la raffigura a Camuzzago che qui a Perledo, di certo, non sanno dov'è.

Il parroco, che si chiama Angelo Viganò, ha superato per bene i settant'anni. Tuttavia questo suo aiutante può davvero considerarlo un giovanotto dato che, essendo nato nel 1936, di anni ne ha ottantasette. Si chiama Enrico Bertazzoli, è originario di Cernusco sul Naviglio ed è un missionario del PIME. 

A pranzo, diversamente dagli altri della compagnia, prendo i classici missoltini con la polenta. Spendiamo 25 euro a testa. 

Sono le 14,25. Al castello di Vezio non è possibile accedere dati i lavori in corso. 

Michela, allora, propone di tornare a rivedere una casetta, che notammo l'anno passato, quando ci dirigemmo verso l'Ortanella, partendo proprio da qui, da Vezio, senza riuscire ad arrivarci.

Il primo sentiero che imbocchiamo ci porta giù, verso Varenna. Ce ne accorgiamo subito, torniamo, troviamo quello giusto.

L'edificio, piccolissimo, è su due piani. Il muretto, di malta e sassi, che delimita il prato intorno, ha molti varchi. Lavori da muratore, elettricista e idraulico sono ancora lì mezzi fatti e mezzi no come già li vedemmo. La veduta è d'incanto. Le fotografie non rendono la bellezza del lampo di luce solare che il lago riflette, in un tratto, nonostante sia, oggi, vagamente caliginoso.

Lo strumento che ho con me indica la quota di 450 metri. Iniziamo a scendere alle 15,15.  Arriviamo al parcheggio alle 15,40.     

Come all'andata, anche al ritorno guida Pierluigi.


Mario Usuelli.


Oltre a me hanno partecipato alla gita: Graziella Colombo, Michela Lorenzon, Perluigi Mora e Carmen Corti.

Le fotogragie sono di Graziella Colombo o di Mario Usuelli


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