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Ruote

Ruote

Mario   Usuelli

Mercoledì 23 febbraio 2022


 


Ruote


Il Sentiero del Viandante non è costituito da un solo tracciato. Vi sono invece diversi viottoli, passaggi o mere tracce che consentono, o hanno consentito, di raggiungere frazioni di villaggi, case sparse, prati e alpeggi ricavati là dove la conformazione del territorio posto tra il lago e le Grigne lo ha consentito. Ad una scala maggiore rispetto alla funzione locale, queste vie consentono, da tempo immemorabile, il collegamento tra Lecco e Colico ovvero tra la pianura Padana e la Valtellina. La valenza storica di tutto ciò è immensa, i punti di interesse molteplici.

Oggi, del Sentiero del viandante, insieme ad alcuni amici, ho percorso il tratto assai breve, se si considera la distanza in linea d'aria, tra Abbadia Lariana e Mandello. Tuttavia, non essendoci tra i nostri scopi il raggiungimento di traguardi lontani, abbiamo osservato meglio il territorio attraversato. Ciò che, andando di fretta, non si può fare. 

Abbiamo toccato, in successione, le frazioni, tutte alte sul lago, di Linzanico, Glevo, Maggiana, Rongio e Sonvico. Da quest'ultima località, dopo circa tre ore dalla partenza, siamo scesi a Mandello utilizzando il viottolo ora ben lastricato che fino a pochi anni fa percorrevano a piedi, in giù e in sù, ed era solamente un passaggio di terra battuta, gli operai di Sonvico per recarsi a lavorare nelle fabbriche o nelle filande.

Lungo il Sentiero del Viandante si trovano parecchi edifici religiosi dal pregio e dalla qualità più diverse. Si va dai santuari pretenziosi e carichi di ori e decori come quello di Lezzeno, alle molte chiesine romaniche che a me piacciono tanto. Vi sono anche tantissime edicole, dalle dimensioni e fogge disparate, dedicate al santo in voga al momento della loro costruzione. Tutte queste costruzioni rispettano i canoni ufficiali della istituzione religiosa prevalente in questi luoghi cioè la cattolica romana. Vive, comunque, riguardo alle questioni escatologiche, un'autonomia popolare. C'è chi, in minuscole cavità che si trovano in taluni sassi che bordano i sentieri o nello spazio lasciato vuoto da un paio di mattoni caduti da un muro di una casa abbandonata, costruisce altari a genio suo. Anche in questi casi le forme e la qualità del manufatto sono disparate. Vi è chi si limita a collocare un idolo e chi riempie lo spazio disponibile di statuine, rosari, fiori e santini. Mi piacerebbe conoscere se qualcuno abbia mai studiato queste forme di espressione, per niente banali, di credenze e di valori. Nei piccoli altari, cui mi riferisco, posti al limitare dei sentieri sono prevalenti i simboli cristiani anche se, a guardare bene, vi si possono trovare molti segni di un paganesimo profondo sopravvissuto prima alle persecuzioni iniziate da Teodosio, l'imperatore che rese obbligatori i deliberati del concilio di Nicea, e via via, alla Controriforma, intesa a contrastare la Riforma, fino all'oggi. Poco fuori dall'abitato di Maggiana, dentro un piccolo anfratto, c'è una ruota di preghiera affiancata da un rosario digitale. Un'altra l'ho veduta a Rongio, inserita nel muro di una casa del centro del paese. Le ho fotografate. Le ruote della preghiera sono tipiche del buddismo tibetano. Si ritiene che facendole girare equivalga a recitare a viva voce le preghiere, in sanscrito, che vi sono incise. Toccarle purifica i Karma negativi. Il luogo dove vengono collocate diventa gradevole, amabile, vocato alla saggezza. Il loro uso contribuisce ad accumulare i meriti che consentono addivenire all'illuminazione. Sarebbe oltremodo superficiale, secondo me, considerare queste ruote della preghiera solamente come oggetti decorativi.  Sono, invece, uno dei segni evidenti della lenta penetrazione di alcuni caratteri propri del pensiero orientale nell'ambito di quello occidentale. All'uscita del vallone che divide Rongio da Sonvico si vede chiaramente il minuscolo santuario che è posto, in alto, sulla via per l'alpe di Era, sul fianco di una forra vertiginosa. Lo indichiamo agli amici che non ci sono mai stati ripromettendoci di salire lassù prossimamente. Concludiamo la gita con un piacevole pranzo presso il ristorante "Grigna" che è prossimo alla stazione ferroviaria di Mandello. Prima della partenza del treno c'è tempo per una passeggiata verso il lago. Per arrivare ad Abbadia Lariana il convoglio, di carrozze tutte nuove, impiega tre minuti. Il biglietto costa  € 1,40.


Mario Usuelli.



Insieme a me hanno vissuto la giornata Giovanni Pennati, Carmen Corti, Michela Lorenzon e Pierluigi Mora.



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