Stellina
Martedì 9 agosto 2001
Stellina
L'asinella Stellina l'avevamo vista quando siamo saliti a Savogno un giorno della fine di luglio dell'anno passato. Nata da pochissimi giorni, stava in piedi un poco incerta: per questo cercava di appoggiarsi alla sua mamma anche quando questa si muoveva verso l'erba da brucare. Con altri asini abitavano nel prato ricavato, quando venne tagliato il bosco pochi anni fa, tra il sentiero che sale al paese e il rifugio.
Tenera, bella, bellissima Stellina.
Lassù siamo risaliti a settembre. Stellina non c'era più. Era stata trasferita a Dasile che è un villaggio posto poco oltre Savogno, più in alto. Ci si arriva a piedi in circa venti minuti ma, diversamente da altre volte, non ci siamo andati.
Venerdì scorso sono tornato, per una vacanza lampo, da Ornella e da Luigi, i due coniugi che gestiscono il rifugio insieme al figlio Alessandro, cuoco di gran qualità. Loro sono assai ospitali e il luogo è pregiato. Ci vado volentieri. Tra le prime cose ho chiesto di Stellina.
Stellina non c'è più. Uscita da uno di quei recinti formati da un'esile banda di tela che porta la corrente elettrica prelevata da una batteria, non è più tornata. Luigi l'ha cercata per quattro giorni. Poi l'ha trovata, morta, dentro un'ammasso di rovi. Punta, graffiata, avvolta non avrà trovato modo di puntare le zampe tanto forte da poterne uscire. Tentare di divincolarsi, in un simile evenienza, è farsi afferrare più forte dalle terribili ramaglie uncinate.
Giorni fa ho sentito un tale ripetere delle frasi fatte circa la perfezione del creato. L'ha dette presentando un concerto di musica classica, partendo da questa per generalizzare.
I greci antichi, più saggi, dicevano che la natura è indifferente.
Gli umani moderni, disponendo dell'industria metallurgica, ispirandosi ai rovi, hanno inventato il filo spinato. Se ne fa parecchio uso, niente affatto innocente, da almeno cent'anni.
Mario Usuelli