Democratica
Mercoledì 5 giugno 2024
Democratica
E' stata Giovanna a chiamare democratica questa gita a Varenna. Già da tempo qualcuno aveva proposto di fare una passeggiata informale rivolta cioè ai soli frequentatori più assidui del CRAL dell'ospedale di Vimercate, senza comunicazioni, avvisi, iscrizioni, quote e ricevute. La prima proposta riguardava Chiavenna. Poi Ambrogio indicò la villa Carlotta a Tremezzina. Ci abbiamo ragionato sù. Ma come ci arriviamo? In auto da Como? Troppo traffico. Allora in battello da Lecco? Perché da Lecco? Meglio da Bellano o da Varenna. Angelo avrebbe preferito utilizzare le automobili. Per il nostro esiguo gruppo ne sarebbero bastate tre. Ha prevalso il treno quando, dopo diverse esplorazioni, s'è scoperto che a Carnate ci sono anche parcheggi gratuiti mentre quelli sul lago, ammesso che se ne trovino di liberi, sono carissimi. Tuttavia la meta precisa è ancora indefinita quando siamo già in viaggio. Chi ha in mente villa Carlotta, chi villa Monastero, chi gli va bene questa o quella tanto siamo in vacanza. La democrazia dev'essere così.
Ognuno compra il proprio biglietto che per l'andata e il ritorno, da Carnate a Varenna, costa 8,40 euro. Il treno, puntualissimo alle 8,20, ha un buono spazio sia per chi è già a bordo che per chi sale. Alle 9,05 siamo a Lecco. Cambiamo treno e ripartiamo alle 9,10. Stavolta le vetture sono affollate. Poco male, il percorso sarà breve. Infatti già alle 9,35 giungiamo a Varenna. E' una bella, calda, giornata di sole. Ci sono turisti dappertutto. Molti sono giovani e in tenuta estiva fanno un bel vedere. Non ce lo aspettavamo. Durante la nostra democratica elaborazione della gita avevamo ipotizzato che, in primavera inoltrata, non ancora estate, avremmo trovato le sponde del lago libere, quasi tutte per noi. Macchè. Rinunciamo a prendere il caffè al bar della stazione dato che non si può nemmeno entrare.
Per arrivare all'imbarcadero, dalla stazione, si deve scendere fino alla strada provinciale e attraversare un esile ponticello di cemento che oltrepassa il torrente Esino, quasi privo di acqua.
Qui, al termine del ponticello intendo, chissà com'è, chissà perché, Carmen cade. Soccorsa, confortata, raccolta da molte mani viene accompagnata fino alla veranda del bar de "La Cambusa" che è quasi adiacente. Capiscono che c'è stato un malore o un incidente, ci fanno spazio, ci danno agio, preparano anche una borsa col ghiaccio. Qui, finalmente, i nostri prendono un caffè o quel che l'è. Intanto Carmen si è ripresa anche se non del tutto. Meno male che non ha niente di rotto: riesce a muovere bene sia il ginocchio che la mano che ha battuto.
Sono ormai le 10,30. I battelli partono irti di passeggeri. Altri attendono il successivo passaggio. Anche chi tra noi è maggiormente interessato alla villa Carlotta conviene che è il caso di rinunciare. Una prossima volta partiremo, da casa, un paio d'ore prima.
Proseguiamo, allora, lungo la passeggiata a sbalzo sul lago, fino alla piazzetta di Varenna dove prenotiamo il posto per il pranzo.
Alle 11,15 entriamo a villa Monastero. I 10 euro pagati per l'ingresso mi paiono tanti.
Il giardino non mi sorprende più, dato che l'ho già visitato più volte, in stagioni diverse. Tuttavia il luogo è innegabilmente magnifico e si comprende bene perché Marco De Marchi, definito da una gran lapide all'ingresso come imprenditore, naturalista e filantropo, abbia comprato questo tratto di lago con le costruzioni che c'erano, e l'abbia trasformato così come lo si vede adesso. Si parla dello stesso Marco de Marchi che costruì il vivaio per i pesci di lago tuttora attivo a Fiumelatte e il rifugio montano intitolato a sé e alla moglie Rosa che si trova, altissimo, sul dosso del Bernina, raggiungibile soltanto da alpinisti coraggiosi e provetti.
La nostra piccola comitiva si disperde nel gran flusso di persone.
Scatto diverse fotografie ma, abbastanza spesso, devo attendere che la visuale sia libera da estranei. Cerco di fare lo stesso all'interno della villa ma dopo un pezzo perdo la pazienza e rinuncio al tentativo di riprendere lo scalone vuoto di persone. Poi attraverso, alla svelta, i diversi ambienti e le stanze senza soffermarmi più di tanto. Sono più attratto da ciò che c'è fuori dove brillano nella luce solare il lago, le infiorate, gli alberi.
Alle 13 ci ritroviamo tutti presso il Victoria Grill, in piazza san Giorgio, la maggiore del paese. Ognuno prende un po' da quello che è proposto sul menù, poi si suddivide per quanti siamo il conto complessivo. Vengono 41 euro per ciascuno. Prezzo un poco caro ma democratico nella sua modalità di definizione.
Usciamo solo alle 14,45. Potremmo prendere un treno che sarebbe subito lì ma qualcuno si attarda in bagno, altri vorrebbero visitare anche la villa Cipressi, altri ancora hanno perduto la via.
Entro, allora, nella chiesa parrocchiale di san Giorgio, che avevo visitata, distrattamente altre volte e che invece, stavolta, apprezzo moltissimo. Ha ragione chi ne ha scritto sull'opuscolo che compro all'interno. "La chiesa di san Giorgio, consacrata nel 1313, è un piccolo capolavoro dell'arte lombarda trecentesca...".
Mi soffermo ad ammirare in particolare un 'Compianto' scolpito nella pietra e successivamente colorato e l'affresco, piuttosto scolorito, di un orrendo demonio intento a divorare i peccatori. Ci tornerò con calma.
Riusciamo a salire sul treno, stracolmo di passeggeri, delle 16,15 che arriva a Lecco alle 16,40. Dopo il cambio siamo a Carnate alle 18,05.
Sono a casa alle 18,30.
Mario Usuelli.
Hanno partecipato alla gita, oltre a me:
Tina Cammarata;
Giovanna Confalonieri;
Luciano Corno;
Carmen Corti;
Marco Crippa;
Cesare Giani;
Santina Gritti;
Mariella Morelli;
Ambrogio Rovelli;
Vittorio Stancanelli;
Angelo Stucchi;
Pasquale Vizzari.